Il principale problema del motore a combustione interna in termini di efficienza energetica è la scarsa efficienza termodinamica.
Solo una frazione dell'energia contenuta nel combustibile viene effettivamente convertita in energia meccanica utile.
Il resto dell'energia viene dissipato sotto forma di calore, perdite per attrito e resistenza interna. In un motore a benzina convenzionale, l'efficienza complessiva si aggira attorno al 25-30%, mentre in un motore diesel, che ha una combustione più efficiente, l'efficienza può salire fino al 40%.
Le principali cause della bassa efficienza includono:
- Perdite di calore: gran parte dell'energia viene dispersa nel sistema di raffreddamento e attraverso i gas di scarico.
- Attrito meccanico: le parti mobili del motore, come pistoni e alberi a gomito, generano attrito che riduce l'energia disponibile.
- Perdite di pompaggio: l'energia viene utilizzata per aspirare e comprimere l'aria e il combustibile all'interno del cilindro.
- Efficienza del ciclo termodinamico: il ciclo Otto o Diesel non riesce a sfruttare pienamente l'energia potenziale del combustibile.
Questi limiti rendono il motore a combustione interna molto meno efficiente rispetto alle tecnologie alternative, come i motori elettrici, che possono raggiungere efficienze superiori all'85%.
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